Milano, capitale d’Occidente: tra Etruschi e Tetrarchia

Il Cactus Rosso viaggia verso Milano in questo articolo, per motivi di salute, e coglie l’occasione per visitare il Museo Archeologico di Milano, dato che è attiva una mostra sugli etruschi, intitolata: “Il viaggio della Chimera”. Ovviamente, da etruscologo quale sono, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione, e poco prima della visita, mi sono scapicollato verso il museo.

Lo ammetto, venendo da Roma e dal Lazio, mi sono presentato prevenuto, come un aristocratico che scende nei quartieri borghesi, e presta attenzione anche solo a sfiorare qualcosa e qualcuno. Chi ha vissuto fisicamente nella città eterna o ha praticamente preso la residenza a Cerveteri come me, si sente Archeologo di serie A, lo ammetto. E, per quanto riguarda la mostra sugli etruschi, avevo ragione. Non mi è piaciuta per nulla. I reperti sono disposti in modo confusionario, con un filo logico che per me, laureando magistrale in Etruscologia, è stato difficile percepire. Inoltre il nome “il viaggio della Chimera”, vista l’esposizione dei pezzi, non ha senso. Detto questo, la mostra è da visitare per i seguenti motivi:

La sezione “bestiario orientalizzante” è davvero notevole, con reperti di una bellezza sconvolgente; antefissaalcune antefisse sono meravigliose, variopinte e illuminate da una luce che le valorizza (manco a dirlo, provenienti dall’Etruria Meridionale;); inoltre ci sono dei reperti che, personalmente, sono tra i più affascinanti del mondo occidentale. Parlo del gruppo di bronzi dal deposito votivo del tempio Beta di Tarquinia, composto da lituo, scudo e scure defunzionalizzati. Personalmente mi sono emozionato come mai prima nel vederli dal vivo. Il fato ha punito la mia ubris, mostrandomi quanto ancora avessi da scoprire e viaggiare, alla faccia dell’archeologo di serie A. Questi reperti sono esattamente gli stessi descritti da Livio nella sua storia, quando il Re Tarquinio Prisco, dopo aver inaugurato il tempio di Giove Ottimo Massimo, offre una scure, un lituo e uno scudo al Dio.tempio beta

 

Questi davanti ai miei occhi sono oggetti che non solo rappresentano una parte importante della storia della mia città, Roma, ma soprattutto testimoniano gli usi scure“monarchici” della cultura etrusca, provenendo da Tarquinia. Ormai pleonastico sottolineare che anche Tarquinio Prisco, primo re Etrusco di Roma, provenisse da Tarquinia. Insomma, a Milano ho trovato una testimonianza unica della fase monarchica di Roma!

 

 

Quindi bocciata, a parere personale la mostra, ma promossi i pezzi esposti. Ora però arriva l’ennesima sorpresa. Nonostante avessi sostenuto ben due esami di età tetrarchica Massimiano(mi affascina, anche se sono etruscologo), mi ero dimenticato che nel museo di Milano ci fosse il cosiddetto ritratto di Massimiano Erculeo. Il pezzo mi ha stregato. Il ritratto marmoreo suggerisce effettivamente quale uomo fosse Massimiano, Augusto d’Occidente. Il viso è severo e carismatico, solcato da delle profonde rughe, in modo quasi impressionistico, che  accentuano la forza del personaggio. Una descrizione puntuale e particolareggiata sarebbe comunque inutile. Il pezzo è da vedere, da respirare. Il resto del museo è notevole, soprattutto per quanto riguarda la parte tardoantica. Ci sono anche delle sezioni medievale e greca, che riportano alcuni reperti non banali.

 

Insomma questo viaggio d’emergenza a Milano, partito in modo scettico, si è rivelato davvero piacevole e interessante. Per chiunque passasse per l’antica capitale d’Occidente, una visita al museo è d’obbligo. Ps. Bella collezione epigrafica all’esterno.

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